Contribuire alla raccolta fondi per la nascita del

“Centro per la trasformazione ontologica”

Una raccolta fondi per realizzare un luogo, nel mondo, che sia esso stesso una “radura” per la trasformazione e l’espressione dell’essere.

Obiettivo della raccolta fondi
81%

Nell’attuale momento della vita del mondo, non certo per questa o quella novità tecnica, ma per l’incombente prospettiva […] che si realizzi l’organica e totalitaria “tecnicizzazione” dell’umano, la libertà si trova dinnanzi all’occasione cruciale, in cui è di essa che si decide. Una tale sfida non si può ignorare, occorre rispondere.

Nel marzo del 2023 il Centro per la Trasformazione Ontologica ha compiuto il suo primo anno di attività. Sostenere una nuova realtà con l’obiettivo di creare “radure per il futuro” non era un atto banale, né scontato. Convinti della nostra missione, siamo stati sorpresi e commossi dalla generosità e dal sostegno di tanti individui che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto, permettendoci di oltrepassare l’ottanta per cento dell’obiettivo che ci siamo posti per il suo avviamento. Grazie di cuore a ciascun donatore, a nome di tutto il CTO. Mauro Ventola.
1.

Alterare un futuro. Un’idea il cui tempo è giunto

Tutti gli eserciti del mondo non sono tanto potenti quanto un’idea il cui tempo è giunto

Guardando allo sviluppo delle ultime decadi e in particolare a questi ultimi due anni, è inevitabile arrivare alla conclusione che ci troviamo di fronte ad un punto di rottura di portata storica.

È avvenuta una progressiva perdita di “mondo”, di “possibilità”, una restrizione senza precedenti dell’ “orizzonte dell’essere”.

Di fronte a questa condizione, sempre più persone si chiedono come possono contribuire – e cosa è richiesto – per fare la più grande differenza per la qualità della vita e per il futuro.

Per cogliere in modo lampante questa mezzanotte, possiamo anzitutto andare a guardare a cosa più manca. Ciò a cui abbiamo assistito è una decisiva mancanza di individui responsabili, determinati e impegnati a fare ciò che è richiesto per costituire se stessi come “custodi” o “radure” per il futuro.

Questo stato del mondo attuale, privo di leader umanistici e autenticamente impegnati in futuri a cui valga la pena appartenere, esprime una condizione profondamente negativa della società presente che si rivela come un mondo in decadenza. Come affermò pubblicamente il filosofo Giambattista Vico:

Il punto della storia in cui vi è la massima necessità di eroi umani, corrisponde al punto di massimo decadimento della civiltà

(De Mente Heroica)

L’intuizione fondamentale che abbiamo tratto – un’idea il cui tempo è giunto – è che per liberare “mondo” e aprire il “futuro”, occorrono individui impegnati a essere il futuro.

Oggi in tutto il mondo – ma soprattutto in Europa – c’è bisogno di autentici leader umanistici, impegnati in futuri capaci di ricominciare dall’umano. 

È proprio per questo che questa nostra apparente mezzanotte è, contemporaneamente, il tempo più propizio per realizzare che uno dei più grandi semi che ora diventa possibile piantare è far sorgere scuole non comuni. 

Scuole private, autonome, di alta formazione – come quelle che nei vari periodi di decadenza storica hanno sempre portato avanti i valori dell’umano e della civiltà – impegnate tenacemente e appassionatamente nel generare un ambiente per le donne e gli uomini del futuro

1. (Articolo 8, Atto Costitutivo): “Il Centro, come Associazione privata non riconosciuta, nasce dalla premessa che quando vi è decadenza umanistica, scientifica e morale, quando le istituzioni pubbliche per la ricerca naufragano, è compito dell’iniziativa privata riaprire la possibilità di una ricerca innovatrice come alternativa, promessa e contributo per il futuro – così come per esempio avvenne con le Scuole Private Napoletane nel ‘700 (illuminismo napoletano). Nessun’epoca può infatti progredire se i suoi ricercatori e operatori sono asserviti, né l’avanzamento più significativo solitamente è nato, secondo la lezione del Croce, dai regolamenti di pensiero e d’azione preesistenti. La libera ricerca di individui, piccole organizzazioni e centri privati è perciò indispensabile, non solo per l’apertura e realizzazione di tutti coloro che direttamente vi partecipano, ma anche universalmente e in funzione dell’interesse generale, aprendo quelle strade di futuro di cui la collettività può beneficiare. Il frutto di questa ricerca, pertanto, è sempre qui inteso in rapporto all’evoluzione della società, e i suoi contributi intenti a dialogare ed eventualmente entrare nel patrimonio delle pubbliche istituzioni”.
2.

Un luogo per la trasformazione dell’essere

Cammino tra gli uomini come tra frammenti di futuro

In ogni tempo, esistono soltanto pochi luoghi “sicuri” in cui è possibile salvaguardare il futuro, coltivando la trasformazione del proprio essere a funzione della civiltà.

Sono questi luoghi rari che hanno sempre consentito e che sempre consentiranno il verificarsi di quelle mutazioni radicali di esistenza richieste, che rendono possibili svolte e trasformazioni nella qualità della vita di individui e nel destino del mondo. 

Questi luoghi sicuri nascono sempre come alternativa alla “corrente”, la quale promuove la ‘vendita’ della vitalità, dell’autenticità dell’essere e di una vita che conta – in cambio della sopravvivenza fisica e sociale. Infatti, le istituzioni attuali del mondo non favoriscono né supportano l’esperienza della trasformazione, poiché impegnate a perseguire la conformità e l’autopreservazione dello stato attuale di cose. 

Ma l’essenza della trasformazione è l’opposto della sopravvivenza: è esistere per l’espressione di una possibilità che conta. 

Per l’individuo che vuole trasformarsi – nel senso di essere dato da un futuro che proviene da un autentico impegno ed esprimerlo come contributo alla civiltà – la via d’uscita da questa situazione non può essere quella di contrapporsi o di porre sotto assedio gli “ambienti non trasformanti”. 

Occorre piuttosto aprire un varco, una breccia: creare un luogo – e quindi occasioni ricorrenti – in cui persone impegnate siano continuamente sfidate a essere quel futuro. In ogni epoca, questi luoghi vanno sempre creati. Non sarebbero esistiti in ogni caso. 

Ecco perché la decisione di creare un luogo che possa fare da catalizzatore per supportare la possibilità della trasformazione dell’essere. 

Per l’ ‘evento’ della trasformazione di un’esistenza, infatti, non occorre solo il potenziale del singolo, ma anche le condizioni che lo favoriscano, ossia di un ambiente dedicato.

(Cerimonia di fondazione – Allegato agli Atti fondativi). I Soci Fondatori rendono merito al prof. Marco Guzzi (Darsi Pace) al prof. Pier Luigi Lattuada (Integral Transpersonal Institute), al prof. Aldo Scarpulla (Istituto di Psicosintesi) e alla dott.ssa Amanda Lisa Mattiussi, per la loro presenza alla Cerimonia di Fondazione del “Centro per la Trasformazione Ontologica” […] e per aver espresso il proprio sostegno e augurio al progetto. In questa occasione, dopo l’ascolto delle finalità, dei valori e dei principi del progetto, gli invitati hanno avvalorato la sua importanza storica, ognuno ponendo l’accento sulle proprie risonanze e tutti, unanimemente, hanno espresso la propria volontà di supporto e il riconoscimento del futuro condiviso della “trasformazione”. Per la loro rilevanza, i contributi espressi saranno trascritti in forma integrale […]. 

A loro volta, i Soci Fondatori, ringraziando sentitamente e consapevoli della dignità di quanto espresso nell’occasione nonché della funzione umana e civile dell’iniziativa, prima ancora di dare inizio a qualunque attività, hanno assunto dinnanzi ai partecipanti non solo la promessa di includere queste considerazioni nella storia dell’Associazione, ma di renderne onore esprimendo il proprio impegno solenne a dedicarsi al compito espresso dai fini e nelle forme, valori e principi dell’iniziativa”].

3.

Una sede del passato per un nuovo “abitare”

L’abitare è il tratto fondamentale dell’essere

Il 24 marzo 2022 a Città della Pieve è stato fondato il Centro per la Trasformazione Ontologica. La sua Sede è stata posta in un luogo pregno di storia: un edificio del 1500 nel cuore di un borgo dell’Umbria le cui radici affondano nella tradizione dell’Umanesimo e in una storia d’impegno per la trasformazione.

Questo luogo fu scelto precedentemente da Sergio Bartoli (1929-2009), allievo di Roberto Assagioli (1888-1974) e fondatore della Comunità di Etica Vivente, come luogo-porta di una cultura della trasformazione futura, e da qui il nome Il Portale ”.

Il Centro per la Trasformazione Ontologica è stato fondato con una cerimonia solenne alla presenza e con l’appoggio di personalità che rappresentano altre istituzioni italiane autonome e impegnate nella trasformazione umana e civile.

Crediamo fortemente che l’antidoto a questa “perdita di mondo” non possa che passare per la creazione di nuove istituzioni che riaprano la possibilità di un nuovo “abitare” per l’essere umano – radicalmente differente dall’abitare offerto dalla corrente.

Ciò che stai leggendo e a cui ti stiamo invitando a prendere parte, è la nascita nel mondo di una nuova istituzione dalla parte dell’uomo, intenzionata a offrire sistematicamente un “contesto” differente e opportunità per

persone ordinarie impegnate a trasformarsi per essere e realizzare un futuro che conta

In una sola battuta per “essere una radura per un futuro che si ha a cuore”, un’idea il cui tempo è giunto e che rappresentiamo con questo simbolo :

È l’impegno a cui noi stessi ci siamo dati. L’impegno in una possibilità sufficientemente grande da potervi dedicare appassionatamente e implacabilmente i prossimi 21 anni di vita .

Un impegno che è espressione della nostra parola, e la parola è – nell’ottica del Centro – l’espressione diretta della nostra identità ontologica, l’esatta misura della nostra umanità, ciò su cui si può contare. Niente di più, ma assolutamente niente di meno.

2. (Articolo 3, Atto Costitutivo): “Il Centro […] si propone di promuovere, svolgere e favorire tali compiti secondo le direttive ed i criteri illustrati nel presente Atto, nello Statuto nonché nell’Appendice, col proposito ispiratore di ripigliare dalla sede storica dove Sergio Bartoli (1929-2009) meditò di fondare una cultura per la trasformazione e un “portale” sul territorio, il reame di possibilità della trasformazione dell’essere, a livello individuale e civile, come ontofenomenologia, in corrispondenza alle esigenze del mondo contemporaneo e per il futuro”.

(Appendice allegata agli Atti di Fondazione): “Per realizzare queste missioni, destinate a toccare potenzialmente chiunque vi risuoni, il Centro necessita di un luogo storico originario, ben sapendo che un futuro che è giunto il tempo che avvenga ha bisogno non solo di un tempo ma anche di uno spazio eloquente. Esso viene stabilito perciò nel luogo che Sergio Bartoli (1927-2009) scelse come “porta” per una cultura della trasformazione verso il futuro, conscio della lezione di Roberto Assagioli (1888-1974), il quale vedeva proprio nella disparità tra poteri esteriori-tecnologici e poteri interiori-coscienziali una delle principali e “profonde cause dei mali, individuali e collettivi, che affliggono la nostra civiltà e minacciano gravemente il suo futuro”. 

Nell’epoca del necessario bilancio delle grandi conquiste della scienza, egli osservò infatti un fatto inquietante: il progresso scientifico è coinciso nel mondo con un regresso della sapienza; l’uomo-moderno che si basa, sicuro di sé, sui “fatti”, ha perso di vista qualcosa di essenziale che si trova al di là dei fatti stessi: la possibilità di vite nobili e non solo funzionali, l’espansione dell’animo, l’espressione dell’essere. 

Seguendo questo sentiero, Bartoli intuì che è proprio nella carenza della coscienza dell’essere e del suo criterio etico che risiede il “cuore” del problema del futuro dell’uomo e della civiltà. Per questo, il Centro si stabilisce nell’ex-sede de “Il Portale”, con quella dignità, onore e sacralità analoghe al sentimento che Benedetto Croce sperimentò avviando l’iniziativa dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici nella casa di Giambattista Vico. Lanciare questo progetto in questo luogo è un atto simbolico, pregno di significato storico e di fausto auspicio, che innalza il nostro animo nel sentimento della rifondazione e prosecuzione di un compito nobile. “Portale” stesso, come termine, richiama l’essenza della visione dell’uomo e di ciò che significa essere umano nell’ottica ontofenomenologica, ossia l’immagine dell’uomo come “radura” per una possibilità di vita e, quindi, del fuoco futuro. 

Il Centro sorge in Umbria, nel cuore di quell’Italia che, con il suo passato di valori umanistici, porta con sé la missione di essere faro dell’uomo e del mondo, piuttosto che oscurarsi in esso come un’ombra opaca in un mondo di tenebre. Questo Paese, come diceva Gerardo Marotta (1927-2017), ha una parte fondamentale della risposta alla domanda del nostro tempo. Perché se la forma essenziale della promessa dell’essere umani ha alla base la rete di valori della cartografia umanistica, allora proprio l’Italia dei valori dell’Umanesimo – come elaborazione avanzata dell’anima dell’Europa – ha oggi voce in capitolo, facendo da apripista per la creazione di una svolta.

3. (Articolo 2, Statuto): “Il fine ultimo del Centro è la piena realizzazione della promessa dell’essere umano nelle sue molteplici espressioni, a livello individuale e di civiltà”.

(Articolo 4, Statuto): “Il principale intento esperienziale del Centro è generare sistematicamente la possibilità che individui, gruppi e istituzioni possano essere una ‘radura’ per un futuro che si ha a cuore e che proviene da un autentico impegno ed esprimerlo come contributo per la civiltà”.

4. (Articolo 2, Atto Costitutivo) : “L’Associazione ha durata sino al 31 dicembre 2043, e potrà essere prorogata con deliberazione dell’Assemblea Generale degli Associati”).

4.

Avviare un’iniziativa indipendente e autonoma

Dove importa l’onore, l’utilità pubblica, la dignità e perfezione del proprio essere, la cura delle divine leggi e naturali, ivi non ti smuovi per terrori che minacciano morte.

La sfida decisiva in cui ora ci troviamo, dopo l’impresa della fondazione, è niente di meno che muovere questa possibilità in realtà. Anche questo evento non è scontato ma – dandosi soltanto attraverso un numero sufficiente di “cause” – è un ponte che va anch’esso scelto, creato. Ogni possibilità infatti, non importa quanto significativa in sé, a differenza della realtà non è mai garantita. La possibilità è sempre qualcosa che non sarebbe avvenuto in ogni caso

Il nostro desiderio è quindi di invitarti a contribuire come promotore al Fundraising del Centro per la Trasformazione Ontologica. 

Questa iniziativa, che dal punto di vista formativo vuole trasformare l’esperienza delle persone che vi partecipano e, a livello culturale, creare un’ “ammaccatura” nel futuro, necessita di una fondamentale condizione: deve essere libera.

Non può e non vuole essere sostenuta da quello stesso mondo che ha prodotto e sta producendo la decadenza che abbiamo di fronte.

Al contrario, per la sua realizzazione è richiesto che sia finanziata da individui indipendenti come l’iniziativa stessa e, soprattutto, che condividano con lei comuni speranze, comuni preoccupazioni e il senso dell’importanza della trasformazione umana e civile.

D’altro canto, da parte nostra, l’essere finanziati da qualcuno che sente l’importanza della trasformazione, ci conduce costantemente a misurare e verificare il nostro operato secondo criteri e misure che derivano dalla nostra parola a quella possibilità – e non secondo criteri “altri”, legati a questioni di necessità e sopravvivenza.

Ecco perché questa raccolta fondi è, e non può che essere, soltanto diretta a individui liberi che hanno a cuore un futuro fondato sull’umano

Le 5 Missioni

Nell’Atto e nello Statuto del CTO sono indicate le cinque missioni principali del Centro. Per ognuna di esse abbiamo identificato una serie di iniziative di avviamento che saranno realizzate grazie a questa raccolta fondi.

  1. Spese di sistemazione e di avviamento, che includono tutti gli strumenti necessari per gestire e dare inizio alla formazione di gruppi di lavoro fisici e telematici
  2. Creazione della prima Biblioteca specializzata in testi sulla trasformazione umanistica ed esistenziale che non possono andare perduti (tra cui molte edizioni dell’umanesimo italiano, e che saranno riorganizzati attorno al fine teorico e pratico del Centro). Base necessaria per avere sempre materiale disponibile per formalizzare sempre più avanzate sintesi culturali e strumenti di trasformazione applicata
  3. Organizzazione e realizzazione dei primi corsi, programmi e workshop tematici e conferenze per gli Associati da rendere disponibili in un “Portale” online
  4. Stampa dei primi testi e dispense dedicate e pubblicate dal Centro
  5. Realizzazione di ulteriori e necessarie “conversazioni che contano” con i grandi pensatori del nostro tempo, come ad esempio quelle qui disponibili

5. (Articolo 8, Atto Costitutivo): “Come iniziativa privata e autonoma, l’Associazione nasce sulla coscienza e sull’ideale di una ricerca libera e, insieme, sulla base di una serie di considerazioni essenziali qui esposte. È nello spirito fondativo il “valore” della ricerca come espressione dell’essenza dell’Europa, eredità primaria dell’animo europeo; il presupposto che l’esigenza del fare ricerca non sia un sovrappiù, ma espressione del bisogno e della volontà di verità, volizione dell’essenza dell’uomo e spinta primaria dell’ “essere”.

Il Centro, come Associazione privata non riconosciuta, nasce dalla premessa che quando vi è decadenza umanistica, scientifica e morale, quando le istituzioni pubbliche per la ricerca naufragano, è compito dell’iniziativa privata riaprire la possibilità di una ricerca innovatrice come alternativa, promessa e contributo per il futuro – così come per esempio avvenne con le Scuole Private Napoletane nel ‘700 (illuminismo napoletano).

Nessun’epoca può infatti progredire se i suoi ricercatori e operatori sono asserviti, né l’avanzamento più significativo solitamente è nato, secondo la lezione del Croce, dai regolamenti di pensiero e d’azione preesistenti. La libera ricerca di individui, piccole organizzazioni e centri privati è perciò indispensabile, non solo per l’apertura e realizzazione di tutti coloro che direttamente vi partecipano, ma anche universalmente e in funzione dell’interesse generale, aprendo quelle strade di futuro di cui la collettività può beneficiare. Il frutto di questa ricerca, pertanto, è sempre qui inteso in rapporto all’evoluzione della società, e i suoi contributi intenti a dialogare ed eventualmente entrare nel patrimonio delle pubbliche istituzioni.

Per tutto ciò, al fine di salvaguardare la propria autonomia e indipendenza, la politica finanziaria primaria dell’Associazione è quella dell’auto-finanziamento. I mezzi finanziari e patrimoniali occorrenti per realizzare la sua missione e conseguire i suoi scopi, sono riportati per esteso nello Statuto allegato. Il Centro è comunque un’Associazione senza scopo di lucro, e le sue risorse verranno impiegate esclusivamente per la realizzazione e soddisfazione dei fini statutari”.

6. (Articolo 3, Atto Costitutivo): “L’impegno dell’Associazione è pertanto di sviluppare, supportare e incoraggiare la trasformazione umana e civile secondo la prospettiva ontofenomenologica, in Italia e all’estero. Gli obiettivi e le attività con cui il Centro intende realizzare la sua promessa, per esteso nello Statuto allegato, includono i seguenti 5 (cinque) ambiti di espressione, rappresentanti le dimensioni o missioni del suo impegno: 1. Cultura umanistica e studi superiori; 2. Ricerca fenomenologica sulla trasformazione; 3. Educazione di frontiera; 4. Alta formazione; 5. Trasformazione globale”.

(Appendice allegata agli Atti di Fondazione): “È a partire da questo spazio che il Centro si assegna necessarie per il perseguimento e realizzazione della ‘promessa’ diverse missioni, che sono gli alti compiti inclusi nella sua opera, la quale si articola in cinque campi principali: 1. Cultura umanistica superiore; 2. Ricerca fenomenologica sulla trasformazione; 3. Educazione di frontiera; 4. Alta formazione; 5. Trasformazione globale. Essi sono il veicolo in cui molti possono trovare il modo di incanalare la loro preoccupazione ed esprimere il proprio contributo alla trasformazione dell’essere”.

5.

Causare un’idea il cui tempo è giunto

Datemi un punto d’appoggio e solleverò la Terra

Dalla prospettiva del Centro per la Trasformazione Ontologica, ciò che più manca e che più farà la differenza nel lungo termine è creare – per sempre più persone allineate – la possibilità di essere radure per un futuro: esseri umani che rappresentano e realizzano futuri che hanno a cuore (per se stessi) e che contano (per la civiltà). 

Questa è l’idea-ultima, e l’idea – come ha scritto Victor Hugo – è la forza più potente in grado di plasmare la storia. 

Ma una volta che questa possibilità si è coagulata così tanto da poter essere finalmente espressa, emerge una domanda ancora più potente: “Cosa rende una semplice idea, un’idea il cui tempo è giunto?”. 

In ultima analisi, ciò che questa pagina riguarda è la risposta a questa domanda.

Conoscere la risposta a questa domanda, significa sapere come catalizzare nel mondo un’idea-ultima e generare una genuina conseguenza sulla qualità della vita. Vuol dire sapere cosa può rendere la propria esistenza significativa. 

A completare l’indicazione di V. Hugo e a rispondere a questa ulteriore domanda, ci aiuta l’intuizione fatta risalire all’antropologa Margaret Mead:

“Non dubitate mai che un piccolo gruppo
di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo.
In realtà è l’unico modo in cui è sempre accaduto”

Questo significa che le idee non si realizzano mai da sole, ma che sono sempre le ‘persone impegnate’ a poterle renderle reali, a far sì che “il tempo sia giunto”. 

Il motivo per cui la domandaChe cos’è che rende un’idea potente… un’idea il cui tempo è giunto?” è così importante, è perché essa appartiene ad una particolare classe di domande.

Esistono infatti due fondamentali classi di domande. 

Le prime la cui risposta risiede in una conoscenza, in una nuova distinzione

Le seconde la cui risposta è nella libera scelta e nella creazione

La risposta a questa grande domanda non è quindi concettuale, ma va riempita con la vita di coloro che risuonano con essa.

Margaret Mead insegnava che esiste una classe di domande la cui risposta è un ‘atto esistenziale’, che si completa con la vita di persone coscienziose, risolute e tenaci. Ed era questa risposta – per l’antropologa – il principio reale più potente di tutte le forze del mondo.

L’opera del Centro intende riaffermarlo. Ciò che causa il fatto che, per un’idea potente, “il tempo sia giunto”, sono le persone libere e impegnate a dare il proprio contributo per liberare la libertà. Persone sufficientemente libere materialmente e dal punto di vista del pensiero.

Un’idea la “rendono causa”
– come diceva il Sartre degli ultimi anni, prima della morte –
sempre e soltanto delle “libertà che vogliono liberare”

(Quaderni per una morale)

6.

“il futuro parla brutalmente attraverso di loro”

Non è possibile incontrare l’Essere senza scegliere chi essere

Nei suoi ultimi appunti pubblicati postumi (Quaderni per una morale), il filosofo francese Jean-Paul Sartre aveva distinto due tipi di morale: la morale dell’impegno e la morale della generosità/del dono, come due possibili modalità di ripristinare il nesso tra la trasformazione di sé e la trasformazione del mondo. 

Analogamente, in questo contesto, ci sono due grandi motivi per cui si può volere contribuire a causare questo Centro:  

  1. Perché si vuole essere una “radura per il futuro” lavorando per diventare ed esprimere storicamente il futuro che si ha a cuore
  2. Perché si vuole essere una “radura per il futuro” contribuendo ad “aprire” il futuro di altri, facendo sì che altri possano avere questa possibilità 

In entrambi i casi, ciò che più conta è che da qualche parte nel mondo – e proprio in Italia – esista questa possibilità. 

E poiché non si tratta di generare un futuro “previsto” o “calcolato”, ma un “futuro che non sarebbe avvenuto in ogni caso”, in entrambi i casi significa partecipare ad una “vita creata” (e non automatica).  

Creare o partecipare alla nascita di un contesto creato, con un atto cosciente di interruzione della corrente del mondo, è la migliore vita possibile. Ogni volta che si genera una possibilità che era fuori da ciò che era considerato possibile, la vita è valsa la pena di essere vissuta.

“Ancora e ancora una volta nella storia alcune persone speciali si svegliano. Non hanno terreno sotto i piedi ma sono mossi da leggi più vaste. Portano strani costumi con loro, e chiedono spazio per azioni coraggiose e audaci. Il futuro parla brutalmente attraverso di loro. Essi cambiano il mondo”

Le persone speciali attraverso cui il futuro può parlare a cui si riferisce Rilke, dalla prospettiva del Centro non sono “coscienze superiori” o “illuminate”. Sono persone ordinarie che hanno scelto il futuro a cui appartenere.

Esse cambiano il volto del mondo, quando rivolgono le loro forze a preparare un luogo più autentico quando domani, la nuova civiltà, chiederà inevitabilmente un nuovo tipo di uomo.

Un tipo di uomo per cui la risposta ad ogni “come” è “Sì”: un Sì a quel futuro di fuoco.

Questa pagina non riguarda il fare qualcosa di più, o di meglio, per la trasformazione. Riguarda semplicemente il far sì che l’essere radure per il futuro diventi una possibilità il cui tempo è giunto.

Ogni volta che nella storia un’idea che è giunto il tempo che avvenga si combina con questo gruppo di persone volenterose e tenaci, ne risulta – inesorabilmente – un’ammaccatura nell’universo.

SUPPORTA LA TRASFORMAZIONE

RICAPITOLANDO.

Siamo impegnati a edificare una Fortezza,
e l’opera di costruzione ha bisogno dell’aiuto e del contributo
di benefattori e promotori. 

Durante il tardo Umanesimo, mecenati e uomini privati e liberi
protessero e sostennero finanziariamente quelle iniziative storiche
portatrici di valori che contribuirono a dare vita
a un intero rinascimento spirituale. 

Noi abbiamo bisogno che ancora una volta nella storia
alcuni appartenenti a quella che Benedetto Croce chiamava la “società spirituale”
e che risuonino con queste parole, ci tendano la propria mano in questo compito.

Grazie.

 

Coordinate del Centro


  • Intestato a: CENTRO PER LA TRASFORMAZIONE ONTOLOGICA
  • IBAN: IT74H0326802800052532292650
  • Causale: DONAZIONE A SOSTEGNO DELL’AVVIO ASSOCIAZIONE + NOME & COGNOME

Cerimonia di fondazione

Allegato agli Atti fondativi

I Soci Fondatori rendono merito al prof. Marco Guzzi (Darsi Pace) al prof. Pier Luigi Lattuada (Integral Transpersonal Institute), al prof. Aldo Scarpulla (Istituto di Psicosintesi) e alla dott.ssa Amanda Lisa Mattiussi, per la loro presenza alla Cerimonia di Fondazione del “Centro per la Trasformazione Ontologica” […] e per aver espresso il proprio sostegno e augurio al progetto. In questa occasione, dopo l’ascolto delle finalità, dei valori e dei principi del progetto, gli invitati hanno avvalorato la sua importanza storica, ognuno ponendo l’accento sulle proprie risonanze e tutti, unanimemente, hanno espresso la propria volontà di supporto e il riconoscimento del futuro condiviso della “trasformazione”. Per la loro rilevanza, i contributi espressi saranno trascritti in forma integrale […]. 

A loro volta, i Soci Fondatori, ringraziando sentitamente e consapevoli della dignità di quanto espresso nell’occasione nonché della funzione umana e civile dell’iniziativa, prima ancora di dare inizio a qualunque attività, hanno assunto dinnanzi ai partecipanti non solo la promessa di includere queste considerazioni nella storia dell’Associazione, ma di renderne onore esprimendo il proprio impegno solenne a dedicarsi al compito espresso dai fini e nelle forme, valori e principi dell’iniziativa”].